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Le connessioni inter sinaptiche. Le interconnessioni intra emisferiche.

Presbitero Patrizia cover “Studi recenti sulla risonanza magnetica all’ encefalo, hanno dimostrato che le connessioni intersinaptiche della popolazione femminile, avvengono tra i due emisferi cerebrali” - chiarisce la Dr.ssa Patrizia Presbitero - Cardiologo interventista dell’Istituto Humanitas di Milano, “mentre nei maschi le connessioni intersinaptiche sono sostanzialmente intra emisferiche e poco collegate tra loro. Proprio per questo la donna riesce a occuparsi contemporaneamente di diverse cose, nel medesimo istante. Questo ha un lato estremamente positivo nella medicina, oggi diventata multifattoriale poiché, con l’invecchiamento della popolazione, le patologie sono sempre più interconnesse –l e malattie cardiovascolari si intersecano con quelle con l’insufficienza renale, che si intersecano a loro volta con l’insufficienza cerebrale da stenosi della carotide ecc. La capacità quindi di far fronte ai molteplici aspetti medici nella stessa persona, è decisamente importante. Ma un risvolto negativo c’è. Le interconnessioni intra emisferiche degli uomini infatti hanno come caratteristica l’essere molto concentrati e determinati su un unico aspetto. Si rivelano infatti in grado di raggiungere un unico obiettivo e di arrivare ai vertici, con una modalità meno dispersiva”.
Dr.ssa Patrizia Presbitero - cardiologo interventista dell’ Istituto Humanitas di Milano

E-sig: studio italiano sulla riduzione del danno da fumo

Beatrice Fabio cover È chiaramente dimostrato che l’abitudine al fumo di sigaretta favorisce l’insorgenza di malattie cardiovascolari in generale e dell’infarto in particolare. Il fumo è il maggior fattore di rischio conosciuto, e modificabile, per coronaropatia. Smettere di fumare è la priorità nella prevenzione, ma smettere non è semplice perché la dipendenza da nicotina è tra le più complesse da debellare. Quindi? “La scienza – spiega il prof. Fabio Beatrice dell’Università di Torino e direttore del Centro Antifumo presso l’Ospedale San G. Bosco - sta lavorando su simil sigarette a ridottissima emissione di sostanze nocive ma accettate dai fumatori in sostituzione delle sigarette tradizionali ad alto rischio.” Uno studio indipendente italiano condotto dal prof. Fabio Beatrice, pubblicato lo scorso 15 ottobre su l’International Journal of Environmental Research and Public Health, “ha dimostrato su fumatori, che non riescono comunque a smettere, che il passaggio a sigarette elettroniche o a prodotti a tabacco riscaldato riduce nettamente l’introduzione nell’organismo di CO. Se ne deduce un evidente minor danno, soprattutto sull’apparato cardiovascolare”. Lo studio è stato presentato alla XVIa edizione di “RomaCuore”.
Prof. Fabio Beatrice - direttore del Centro Antifumo - Ospedale San G. Bosco

La cardiopatia diabetica. Stile di vita adeguato per contrastare l’insorgere della patologia.

Avogaro Angelo cover “La cardiopatia diabetica esiste unicamente in presenza di un importante scompenso glicemico”, afferma il prof. Angelo Avogaro - Cattedra malattie del metabolismo - Università degli studi di Padova. “In realtà tenendo a target l’emoglobina glicata, e utilizzando gli appositi farmaci, non può esistere un’ entità nosologica che possa essere definita ‘cardiopatia diabetica’. Il coinvolgimento del cuore nel paziente affetto da diabete, è determinato dall’ ipertensione arteriosa e da altri diversi fattori, come l’iperlipemia, uno stato pro infiammatorio e la presenza di insulino resistenza. Per far fronte a ciò, è necessario uno stile di vita corretto, incrementare l’attività fisica e seguire una dieta adeguata”.
Prof. Angelo Avogaro - Cattedra malattie del metabolismo- Università degli studi di Padova

Il ruolo della chirurgia per la partecipazione attiva negli impianti di plug. Le nuove metodiche.

Alamanni Francesco cover Nel recente convegno scientifico “Focus on Paravalvular Leak (PVL)” si è parlato di una nuova procedura per approfondire una complicanza della chirurgia valvolare cardiaca, ovvero quella degli impianti conseguiti con semplici 'tappi' nei fori paravalvolari. “Non si tratta di una soluzione completa”, precisa il prof. Francesco Alamanni - Direttore della chirurgia, Centro Cardiologico Ospedale Monzino - “poiché la chirurgia ha ancora un suo ruolo. La deiscenza paravalvolare che può crearsi intorno alle protesi può avere varie forme e origini: fori grandi e frastagliati e difficili da chiudere con semplici 'plug'. Di fronte a un’infezione è quindi inutile mettere un ‘tappo’, quindi la chirurgia mantiene un ruolo sia nella partecipazione attiva di impianto di plug, soprattutto nei casi in cui il foro paravalvolare non possa essere curato per via dell’infezione, o per via della grandezza e forma del buco con una metodica transcatetere”.
prof. Francesco Alamanni - Direttore chirurgia IRCCS Centro Cardiologico Monzino - Milano

I leak e i problemi di scompenso o emolisi. Fondamentale la diagnostica.

Mannino Domenico “La presenza di leak, ovvero di quei piccoli fori a livello delle protesi valvolari, è un qualcosa di frequente” - spiega nel corso di un convegno il dott. Mauro Pepi – Direttore del dipartimento Imaging Cardiovascolare del IRCCS Centro Cardiologico Monzino. “Solo una minima parte di pazienti fortunatamente ha successive complicazioni di natura clinica, come lo scompenso o l’emolisi. In questo caso diventa fondamentale la diagnostica dei piccoli o grandi leak, quanto della funzionalità delle protesi. Il campo è veramente complesso, ma l’ecografia ha fatto passi da gigante; la tac è sempre più diffusa e tali tecniche, ormai fondamentali, permettono una diagnosi precisa. Oggi vengono quindi scelti i pazienti idonei, i candidati a dover chiudere il difetto con cateteri e per via per cutanea”.
Dott. Mauro Pepi – Coordinatore Area Imaging Centro Cardiologico Monzino